“Il Paese mi ha accolto con grande affetto”, ha dichiarato Valerio Caruso.
(ANSA) – Lucas Rizzi – A poco più di un anno dal suo incarico di Console Generale d’Italia a Porto Alegre, il giovane diplomatico Valerio Caruso guarda con soddisfazione all’inizio del suo mandato nella capitale del Rio Grande do Sul, uno Stato costruito sull’eredità dell’immigrazione dal “Belpaese” tra il XIX e il XX secolo.
Caruso è arrivato nella metropoli di Rio Grande do Sul per la sua prima esperienza consolare nell’agosto del 2022, a soli 33 anni. Era un “guri” (ragazzino), come si dice a Rio Grande do Sul, a capo di un Consolato in cui la qualità dei servizi e del ricevimento al pubblico era stata compromessa dalla pandemia di Covid-19.
“Era un Paese che non conoscevo, in un continente in cui non ero mai stato e non parlavo la lingua”, racconta Caruso, in portoghese fluente, in un’intervista all’ANSA. “La situazione era difficile dal punto di vista dei servizi consolari e amministrativi, ma il bilancio di questo primo anno è molto positivo”, aggiunge.
Dopo il suo arrivo a Porto Alegre, Caruso ha dedicato i primi sei mesi di mandato a “fare ordine”. Il diplomatico trascorreva tutto il giorno al Consolato per organizzare i servizi, che ha compreso anche una gara d’appalto europea per l’assunzione di digitatori e un concorso locale per l’assunzione di sei persone, aumentando il personale del 50%.
In precedenza, mentre era ancora in Italia, Caruso aveva già messo insieme una squadra di giovani funzionari in carriera per affrontare questa sfida insieme a lui. Il risultato di queste azioni si riflette nelle cifre. “Prima rilasciavamo 300 passaporti al mese, ora ne rilasciamo 1.500, il 500% in più, rendendoci uno dei primi consolati al mondo per numero di passaporti rilasciati”, afferma il Console Generale.
Inoltre, solo nel 2023, sono già state convocate più di 3.500 persone per il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis. “Abbiamo dimostrato che è possibile, con una buona gestione, organizzare i servizi consolari per soddisfare le richieste dei cittadini”, afferma Caruso, ammettendo, d’altra parte, che ci sono ancora “molte sfide” da affrontare.
“Ma il primo anno è stato più positivo di quanto mi aspettassi. Il mio sogno a marzo era di rilasciare mille passaporti al mese”, sottolinea. Il Consolato di Porto Alegre ha anche istituito un call center gratuito per migliorare l’accesso alle informazioni ed è stato selezionato dal Ministero degli Affari Esteri italiano per realizzare un progetto pilota per un assistente virtuale, che sarà inaugurato a breve.
Un’altra azione sottolineata dal diplomatico è “Andiamo”, un progetto che porta i servizi consolari verso le località dell’entroterra del Rio Grande do Sul, dove la presenza italiana è ancora più radicata che nella capitale Porto Alegre.
L’iniziativa è partita da Farroupilha per poi spostarsi a Caxias do Sul, Passo Fundo, Carlos Barbosa, Santa Maria, Bento Gonçalves ed Erechim. Nel 2024 sarà la volta di Serafina Corrêa, Guaporé, Lajeado, Pelotas e Rio Grande.
Nonostante la padronanza del portoghese, il Console continua a seguire lezioni settimanali e sta studiando anche la storia del Brasile. “Come diplomatico, sono interessato alla cultura di un Paese che mi ha accolto con grande affetto. Sono stato in Italia per tre settimane e mi è mancato il Brasile, mi sto abituando a questa generosità che scalda il cuore”, dichiara. (ANSA)